Jackson Dinky 1985 Adrian Smith
Jackson Dinky 1985 Adrian Smith
Venduta
A metà degli anni ’80, il suono degli Iron Maiden si adatta alle mode dell’epoca e inizia a integrare sintetizzatori. Fortunatamente, la band non diventa un semplice clone new wave con drum machine, ma si limita a mescolare i nuovi suoni elettronici con il loro heavy metal potente. Tuttavia, non hanno mai inserito ufficialmente un tastierista nel gruppo (anche se Michael Kenney suona off-stage dal 1988), quindi era necessario trovare un modo per attivare questi suoni dal vivo: è per questo che Adrian Smith, secondo chitarrista del gruppo dal 1980, si è interessato alla chitarra MIDI.
Questa Jackson Dinky bianca (che rimane ancora oggi il tipo di chitarra inevitabilmente associato a Smith) è una delle chitarre custom che ha ordinato all’epoca per essere adeguatamente equipaggiato. Come suggeriscono i numerosi bottoni sul corpo, è dotata di un pickup esafonico che esce in MIDI tramite un’uscita indipendente dai pickup magnetici, permettendo di mescolare un suono tradizionale con un suono sintetico. Questo mostro tecnologico (per l’epoca, ovviamente!) è stato utilizzato per la registrazione di Somewhere In Time, il primo album del periodo progressivo della band uscito nel 1986, così come per il tour mondiale che ne seguì. La troviamo anche in Seventh Son of a Seventh Son del 1988, l’ultimo album per cui Smith fa ufficialmente parte del gruppo, e nel suo ultimo tour con gli Iron Maiden prima di essere reintegrato nel 1999.
Questa Jackson rimarrà poi tra le sue preferite, visto che è stata vista anche quando suonava con The Untouchables. Un pezzo di storia della tecnologia chitarristica e un pezzo di storia dell’heavy metal, tutto in un’unica chitarra.
Adrian Smith
(1957)
Gruppo: Iron Maiden
Chitarra principale: Jackson Dinky
Brano da ascoltare assolutamente: Two Minutes to Midnight
Il destino sembra aver deciso che i due chitarristi del gigante heavy metal Iron Maiden avrebbero suonato insieme per tutta la vita. Infatti, Adrian Smith inizia come cantante nella prima band di Murray, per poi imparare la chitarra sotto l’influenza del suo amico, ispirato da musicisti blues rock come Johnny Winter. Rimarrà la controparte bluesy e selvaggia del gioco più fluido e tecnico di Murray. Successivamente i due formano il gruppo Urchin, che Murray lascia per unirsi agli Iron Maiden nel 1978. Smith vuole dare una possibilità a Urchin e quindi rifiuta di seguire l’amico, ma alla fine accetta nel 1980 quando la sua band si scioglie.
Da quel momento, il gruppo trova il suo duo chitarristico definitivo: Murray e Smith armonizzano, si rispondono a vicenda e competono in creatività sia nei riff sia nei soli. Smith è anche un eccellente compositore e inizia a contribuire alle canzoni della band dal momento in cui il cantante Bruce Dickinson entra nel gruppo nel 1982, per l’album The Number of the Beast. A Smith si devono classici come 22 Acacia Avenue o il riff immortale di Two Minutes to Midnight su Powerslave.
A seguito di divergenze creative con il bassista e leader del gruppo Steve Harris, Smith lascia gli Iron Maiden nel 1990 dopo il tour di Seventh Son of a Seventh Son. Successivamente forma i Psycho Motel e continua con album e tournée, fino a quando la sua band viene messa in standby quando Dickinson, nel frattempo sostituito nei Maiden, gli propone di unirsi al suo progetto solista. Il duo riprende la scrittura comune per due brani dell’eccellente Accident of Birth nel ’97 e per due brani di The Chemical Wedding l’anno successivo.
Infine, nel ’99, Dickinson torna a essere il cantante degli Iron Maiden e riporta con sé Adrian Smith, che diventa così il terzo chitarrista del gruppo insieme a Murray e Jannick Gers, che lo aveva sostituito nel frattempo. Il mastodontico Brave New World è l’album del loro ritorno nel 2000, e da allora la band non ha mai smesso di pubblicare album e di effettuare tournée mondiali a sold out.
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