Fender Stratocaster di Bob Dylan 1962

Fender Stratocaster di Bob Dylan 1962

Le chitarre appartenute a Bob Dylan sono estremamente rare sul mercato. Non è perché Dylan ne abbia possedute pochissime, anzi: nel corso della sua carriera lo si è visto con numerosi strumenti di stili molto diversi, dai Martin degli anni ’20 alle Yamaha. Questa rarità è invece dovuta al carattere dell’artista, divenuto un vero e proprio eremita misterioso che non concede mai interviste e non si è mai lasciato andare a vendere i propri effetti personali all’asta. Le rare eccezioni sono quindi avidamente ricercate dai numerosi fan dello Zim’.

Tra queste, questa Stratocaster occupa un posto particolare poiché ha vissuto una storia appassionante: questa serie L ha iniziato la sua vita nel 1962 (una delle prime serie L, quindi) come slabboard di serie, poi Dylan l’ha fatta riverniciare in silver sparkle da Fender nel 1991 prima di suonarla dal vivo tra il 1991 e il 1994. La bellissima chitarra si è poi ritrovata da Matt Umanov, il negozio di riferimento del Greenwich Village a New York, prima di passare al proprietario successivo.

Il lavoro di rifinitura è esemplare, e per una buona ragione: si tratta dell’opera di J.W. Black, master builder del Custom Shop che aveva fatto il suo apprendistato da Sadowsky e che ha poi lavorato per Fender al servizio di Jeff Beck, dei Rolling Stones e di Eric Clapton, in un’epoca in cui il Custom Shop era principalmente destinato a soddisfare le esigenze di questa clientela d’eccezione. La rifinitura è addirittura documentata tramite il recipissé Fender fornito con lo strumento. Con questa Strat è incluso anche un certificato di autenticità firmato da Cesar Diaz, altra figura di rilievo nel mondo della chitarra dell’epoca. Dopo aver lavorato con Stevie Ray Vaughan, Clapton e gli Stones, Diaz divenne tecnico per la band di Dylan nel 1986, prima di diventare chitarrista del maestro. Non capita tutti i giorni di poter suonare la Strat di un Premio Nobel per la Letteratura.

Bob Dylan
(1941)

Chitarra principale: Fender Stratocaster
Brano da ascoltare assolutamente: *Like A Rolling Stone*

Bob Dylan è più di una leggenda. È un visionario, un profeta rivoluzionario che ha preso la musica rock e l’ha portata altrove. Prima di lui, i testi della musica popolare dovevano essere semplici e facilmente comprensibili dagli adolescenti.

Dopo Dylan, è permesso essere profondi e misteriosi nella scrittura dei testi, e una generazione di poeti troverà la propria ispirazione nell’ibrido di rock e ricerca verbale inventato da Dylan. Il tutto culminando con il Premio Nobel per la Letteratura nel 2017, per dire poco.

Nel corso della sua carriera, Robert Zimmerman (il suo vero nome) non ha mai smesso di rinnovarsi, passando da un volto all’altro a seconda delle sue ispirazioni. Inizia come menestrello folk nel Greenwich Village di New York con un primo album omonimo nel 1962, molto ispirato a Woody Guthrie, seguito da *The Freewheelin’* l’anno successivo, il suo album folk classico contenente testi potenti e senza tempo come *Blowin’ In The Wind*, *Masters Of War* o *A Hard Rain’s A Gonna Fall*.

Ma Dylan non si limita a essere il *protest singer* che tutti si aspettavano: non si sente a suo agio come portabandiera e diventa allora poeta surreale, circondandosi di un gruppo rock elettrico con Mike Bloomfield alla Telecaster. Il classico *Highway 61 Revisited* esce nel 1965, seguito da *Blonde On Blonde* nel 1966, un album country rock registrato a Nashville con musicisti locali.

Dylan ha attraversato decine di vite musicali diverse, accompagnato da chitarristi eccezionali (Mick Ronson, Robbie Robertson…). Bob stesso è lontano dall’essere un musicista mediocre: ha un tocco ritmico temibile che nel corso degli anni si è espresso su Martin pre-war, Gibson J-45, J-200 o L-0, Telecaster, Stratocaster, Yamaha, Duesenberg e persino James Trussart. Un vero camaleonte fino in fondo.

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