Rory Gallagher black Esquire 1959

Rory Gallagher black Esquire 1959
Venduta
Icona irlandese, musicista geniale, sperimentatore appassionato, solista prodigioso e vero ambasciatore della chitarra elettrica, Rory Gallagher ha lasciato un’eredità segnata dall’amore per la chitarra e il blues.
Nascosto dietro una Stratocaster dal finish maltrattato, era il musicista delle sperimentazioni più illuminate, spinto da un desiderio costante di comprendere e padroneggiare il suo strumento. I suoi strumenti di lavoro erano numerosi e scelti con cura, alcuni poi modificati per soddisfare le sue esigenze. Ogni pezzo della sua collezione incarna tutta la raffinatezza dell’orecchio e del tocco di questo virtuoso della chitarra, che fece di Fender il suo marchio preferito e dei suoi due modelli principali (la Stratocaster e la Telecaster) le sue armi scelte nella musica elettrificata.
C’era una volta… La Fender Esquire di Rory Gallagher
Si dice che ogni musicista veda in un modello, e a maggior ragione in un marchio, la combinazione di ciò che cerca in una chitarra. Tra Fender e Gibson, la scelta di Rory Gallagher cadde rapidamente sul primo. Se entrò nella storia per la sua leggendaria Stratocaster del 1961 dal finish scrostato e maltrattato da un gioco intenso, ampliò il suo equipaggiamento con pochi altri modelli rarissimi e selezionati meticolosamente.
Fu una Fender Esquire del 1959 a unirsi così al suo prezioso materiale da tour già nell’anno 1971. Quando Rory Gallagher iniziava la sua carriera solista dopo lo scioglimento del gruppo Taste, i concerti ripresero e la leggenda del più famoso chitarrista irlandese si arricchì con un’Esquire nera al fianco della sua amata Stratocaster.
Se c’è un tratto comune sorprendente tra le chitarre più suonate di Rory Gallagher, è l’aspetto del loro finish. Smaltato, screpolato, strappato, graffiato… Il finish segnato di queste chitarre è il toccante testimone materiale di una storia racchiusa dietro il legno. Questa Fender Esquire nera porta così i segni unici di un illustre racconto: quello di un chitarrista senza pari che fece di questa chitarra uno strumento di prim’ordine.
Come molte chitarre della collezione Gallagher, questa Esquire è stata modificata per renderla particolarmente unica e, come molte chitarre leggendarie, è accompagnata da una storia eccezionale.
Quella che oggi assomiglia più a una Telecaster che a una Esquire uscì dalle fabbriche nel 1959 con finitura blonde. Quando Rory la acquistò nel 1971, era già equipaggiata con un pickup al manico. Procedette poi a una serie di modifiche: iniziò sostituendo le meccaniche con Kluson Deluxe, poi proseguì con modifiche più profonde nel marzo 1972. Durante una pausa tra un tour europeo e l’inizio di un tour britannico, un carrello aeroportuale avrebbe schiacciato la chitarra. Successivamente fu affidata al liutaio Chris Eccleshall per riparazioni urgenti: sostituì i capotasti del ponte con capotasti in acciaio introdotti dalla Fender nel 1968/69, così come il vecchio pickguard a 7 viti con un modello bianco a cinque viti. La tavola superiore della chitarra fu danneggiata, ma Eccleshall riuscì a ricostruire il corpo correttamente. Non avendo tempo per un vero restauro, utilizzò una lacca trasparente poliuretanica che, tuttavia, appariva leggermente verdastra sotto un certo angolo.
La modifica successiva avvenne tra la metà e la fine del 1972, come testimoniano le foto scattate da Michael Putland durante le sessioni dell’album «Blueprint». La tastiera sembra nuova, a causa della levigatura e della verniciatura necessarie dopo la sostituzione dei tasti. Al suo ritorno da un tour negli Stati Uniti nello stesso anno, la chitarra tornò da Chris Eccleshall, dove il finish trasparente precedentemente applicato fu sostituito con il finish nero che si vede oggi sulla chitarra.
Quella che Rory stesso chiamava «Telecaster» a causa del pickup al manico divenne rapidamente uno dei suoi principali strumenti creativi, soprattutto per il concerto e lo slide. Sperimentatore costante, Rory Gallagher non si accontentò di questa Esquire potenziata con pickup al manico. Continuò la sua ricerca del suono perfetto cambiando più volte i pickup – inclusa nel 1976 l’installazione di un pickup di Stratocaster in posizione manico, poi in posizione centrale con selettore a cinque posizioni al posto di quello a tre. Come confessò alla rivista International Musical and Recording World nell’aprile 1977, «è passata da Esquire a Tele, a Tele-Strat». In questa configurazione a tre pickup, l’Esquire apparve nel 1977 al Rockpalast di Essen, in Germania, prima che il pickup centrale fosse rimosso. Questo concerto fu registrato e trasmesso in oltre 50 milioni di case in Europa. Questa chitarra incarna così gran parte dello spirito avventuroso e senza compromessi di Rory Gallagher, che cercava sempre di superare le possibilità offerte dalla liuteria classica.
Dopo molti anni di fedeli servizi, l’Esquire fu sostituita dal vivo dalla sua Gretsch Corvette alla fine del 1978. Rimase inosservata fino all’uscita dell’album Defender nel 1987, dove riemerse nella sua configurazione originale (liberata dai due pickup Strat e dal selettore a cinque posizioni). La chitarra fu usata nel brano «Loanshark Blues» in slide.
Questa Esquire dal finish nero smaltato è una chitarra dalla storia intensa e appassionante. Sopravvissuta agli imprevisti del trasporto aereo dopo un tour, poi modellata dal suo proprietario in cerca del suono ideale, fa parte di quelle rare chitarre il cui enorme patrimonio influenza ancora oggi molti musicisti. Ha superato lo status di semplice strumento musicale per diventare un vero e proprio oggetto culturale, esposto in diverse mostre («The UK Guitar Show», Olympia, Londra, 2018; «Born To Rock», National Museum of Ireland a Dublino, 2006-2007).
Suonata da Joe Bonamassa in occasione di un’intervista con «Guitarist Magazine» nel luglio 2024, questa chitarra fa parte dei pezzi iconici di una carriera tanto impressionante quanto fulminea. Per citare Bonamassa, «è leggera, e capisco perché Rory la amava… Si vede che voleva suonare in slide con essa…».
Rory Gallagher black Esquire 1959
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